COS'E' LA PSICOMOTRICITA' - MOTIVAZIONE AD APPRENDERE

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Indice
COS'E' LA PSICOMOTRICITA'
CHI E' LO PSICOMOTRICISTA
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La disgragfia
il trattamento della disgrafia
PSICOMOTRICITA' E SINDROME DI RETT
IL GIOCO
MOTIVAZIONE AD APPRENDERE
L'evoluzione del disegno
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L’APPROCCIO PSICOMOTORIO PER LA MOTIVAZIONE AD APPRENDERE

Parlando di apprendimento spesso si tende a sottovalutare la componente motivazionale e questo principalmente perché è di solito considerata una variabile sulla quale non è possibile intervenire. La tendenza è allora quella di constatare semplicemente la presenza o l'assenza della motivazione senza considerare che in realtà costituisce un elemento indispensabile del successo scolastico/lavorativo (Schunk, 1989; 1991).


Da sottolineare allora l'importanza di ottenere il maggior numero di informazioni possibili sullo stile attributivo, ovvero la percezione che il bambino ha della causa che ha determinato il suo successo/insuccesso, cercando di individuare i casi potenzialmente a rischio.

Gli stili attribuitivi sono:

1. lo stile impegno strategico: il bambino attribuisce la causa del suo successo all'impegno applicato nell'attività svolta (Esempio: “Ho preso 9 a matematica perché ho studiato tanto”); l'insuccesso è attribuito invece alla mancanza di impegno (Esempio: “La verifica di storia è andata male perché non ho studiato abbastanza”). Il successo è quindi fonte di soddisfazione, nuova motivazione e conferma l'efficacia delle strategie; l'insuccesso determina invece senso di colpa e stimola a modificare le strategie.

2. lo stile abile: il bambino riconduce successi ed insuccessi alla presenza o meno di attitudini personali (Esempio 1: “Ho fatto goal perché sono un asso del pallone”. Esempio 2: “Non parlo inglese perché non sono portato per lo studio delle lingue straniere”). Tende a confrontarsi quasi esclusivamente con attività che confermano le proprie abilità; il fallimento infatti metterebbe notevolmente in discussione l'opinione che il bambino ha delle proprie capacità.

3. lo stile pedina: successi ed insuccessi sono ricondotti a cause esterne (Esempio 1: “Ho vinto la gara di nuoto perché gli altri erano delle schiappe”. Esempio 2: “Ho perso a forza quattro perché ho dormito poco ieri sera”). Viene profuso scarso impegno in qualsiasi attività: le strategie e lo sforzo personale non vengono ritenuti criteri rilevanti per giudicare il proprio operato, che dipende piuttosto dal caso e dall'intervento di terzi.

4. lo stile depresso: il bambino ritiene che il suo successo sia attribuibile a cause esterne (Esempio: “Ho fatto goal perché il portiere non è stato bravo a parare la palla”) mentre l'insuccesso a mancanza di abilità (Esempio: “Non vinco mai a carte perché non sono bravo in questo gioco”). Cercherà quindi di evitare le situazioni in cui sarà valutato poiché ha scarse aspettative di riuscita e spesso si mostra rinunciatario e sfiduciato.

5. Lo stile negatore: i successi vengono in questo caso attribuiti al possesso di abilità (Esempio: “Ho ricevuto un bel voto nella verifica di matematica perché sono un genio con i numeri”) mentre gli insuccessi a cause esterne (Esempi: “La verifica di inglese è andata male perché la maestra è stata troppo pignola nella correzione”). Il bambino non riconosce l'impegno come variabile rilevante quindi non si impegna nella ricerca di strategie alternative, il suo scopo è quello di evitare l'insuccesso.

Lo stile strategico sottende la consapevolezza da parte del bambino delle sue abilità, capacità e limiti per questo è lo stile motivazionale più funzionale a cui aspirare. Il bambino che adotta questo tipo di stile ha infatti maggiore possibilità di trovare soluzioni efficaci alla risoluzione di qualsiasi tipo di problema, senza scoraggiarsi o trovarsi in difficoltà davanti a compiti nuovi, dove la frustrazione dovuta all’insuccesso porta a comportamenti adattivi e di modifica invece che di cristallizzazione.

L’approccio psicomotorio è uno strumento operativo fondamentale nell’età evolutiva poiché è lo spazio di sperimentazione per eccellenza. Il bambino nella stanza di psicomotricità, in uno spazio, un tempo  e una relazione a lui dedicata, affronta prestazioni anche elevate, vive il successo e l’insuccesso in un clima relazionale ed emotivo protetto. Analizza insieme al terapista i sui confini, i suoi limiti, le sue aspirazioni.

Per questo un intervento psicomotorio, mirato e il più possibile precoce, nei casi potenzialmente a rischio, può essere utile per favorire la motivazione funzionale nel bambino e guidarlo per raggiungere un grado di consapevolezza maggiore e adottare l’analisi delle strategie più efficaci nella risoluzione dei problemi.

Un atteggiamento più efficace davanti allo svolgimento di un compito sarà sicuramente di grande aiuto al bambino sia nell'età dello sviluppo che successivamente nell'età adulta, avendo risvolti positivi sia nell'ambito scolastico che lavorativo.



Bibliografia

Ghillani, Magnani, Riccò, Rosetti (2012)“Il contributo psicomotorio nell’individuazione della motivazione ad apprendere in bambini di 5 anni” Rivista psicomotricità vol.16, pp.34-42

Ravazzolo, De beni, Moè (2005) “Stili attributivi motivazionali. Percorsi per migliorare la capacità di apprendimento in bambini dai 4 agli 11 anni” Trento, Erickson




 

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