Pietro è un bambino di 5 anni e 10 mesi, frequenta l’asilo e ha un modo curioso di parlare dice “foia” e “lana” per dire “foglia” e “rana” per questo, a volte non si capisce quando parla. I suoi genitori però lo comprendono e non hanno mai considerato questo un problema. Le cose però stanno cambiando, gli altri bambini non lo capiscono e hanno anche cominciato a prenderlo in giro imitando il suo modo di parlare. Pietro ha cominciato a fare i capricci e non vuole andare all’asilo perché gli altri lo “scherzano”; è diventato anche aggressivo.
I genitori di Pietro decidono quindi di sottoporlo a una valutazione logopedica per capire come aiutarlo nel correggere questi difetti di pronuncia, preoccupati anche di evitare che tali errori si ripresentassero nel linguaggio scritto una volta avvenuto l’ingresso nella scuola elementare.
Sono giunti presso il Centro Kaleidos per una valutazione del linguaggio, svoltasi nel corso di 4 sedute. Nel corso dell’osservazione è emersa una buona attenzione al messaggio verbale ed un forte interesse nei confronti delle attività proposte. La comprensione del linguaggio è apparsa adeguata all’età. Pietro ha mostrato buone capacità di articolare i suoni e di produrre parole. Dice un numero di parole e compone le frasi in modo adeguato per la sua età.
Pietro, però, non dice i suoni /s/ e /n/, quando questi sono inseriti all’interno di un gruppo consonantico (es. in parole come spazio - sgonfio - pantaloni) e il suono /s/ viene spesso articolato mettendo la lingua tra i denti se posto in un contesto intervocalico (casa - rosa, ecc).Infine i fonemi /gl/ e /r/ vengono sostituiti rispettivamente con /i/ e /l/, qualsiasi sia la loro posizione all’interno della parola (es. foia anziché foglia o lana anziché rana). Il principale obiettivo del trattamento è stato quello di fare in modo che Pietro apprendesse la corretta impostazione dei fonemi della lingua e il loro utilizzo nei diversi contesti di parola. Per far sì che questo avvenisse è stato necessario effettuare un lavoro che comprendesse l’utilizzo dello specchio per un allenamento articolatorio di tipo verbale ma anche di materiale figurato e giochi che portassero il bambino ad utilizzare il canale verbale così da migliorare la correttezza delle sue produzioni.La parte più difficile e importante del trattamento, in cui è sempre necessaria la forte collaborazione dei genitori, è stata quella di fare in modo che Pietro generalizzasse i suoi apprendimenti, ovvero che riportasse nella quotidianità ed al di fuori della seduta ciò che aveva imparato.
Dopo 3 mesi dall’inizio del trattamento, svolgendo sedute bisettimanali della durata di un’ora ciascuna, il bambino ha corretto gli errori di pronuncia dimostrando di avere un linguaggio adeguato alla sua età nella produzione spontanea.
I suoi rapporti con gli altri bambini sono molto migliorati oggi va a scuola volentieri e l’apprendimento della lettura e scrittura avviene con facilità, non commette errori nel trascrivere i suoni ed è per lui diventato piacevole parlare e comunicare.