DIAMO VOCE AGLI AUTISTICI PER CAPIRE IL LORO DISAGIO
In occasione della Giornata Mondiale dell’Autismo (2 aprile) vi proponiamo un’intervista a due persone affette da autismo con un quoziente intellettivo più alto del normale: Dario e Luisa.
Le persone con autismo ad alto funzionamento possono aiutarci a capire il vostro mondo?
Dario: “Alcuni autistici adulti sono traduttori madrelingua. Capiscono comportamenti e necessità di chi non può esprimersi”.
Luisa: “Persone con Hfa e Asperger hanno percezione e pensiero diversi. Doloroso adattarsi alla normalità, facile isolarsi. Gli autistici hanno problemi grossi e le loro famiglie vivono un grosso disagio. Il motivo di ciò dipende dall’ignoranza e dalla carenza di reti di sostegno sanitario, scolastico e sociale”.
Giusto o sbagliato normalizzare gli autistici?
Dario: “Le persone con autismo sono diverse, non sbagliate. Bisogna partire da questo presupposto. Insegnare l’educazione e la comunicazione ad un autistico è tanto importante quanto insegnare a leggere e a scrivere ad un bambino normale. C’è differenza, però, tra insegnare e normalizzare. La volontà della persona autistica non va piegata, gli vanno invece forniti degli strumenti per adoperarla nel modo migliore”.
Luisa: “Si devono fornire strumenti per interagire reciprocamente. Non dobbiamo adattarci noi a voi solo perché siamo in minoranza”.
L’autistico è utile alla società? Ci sono esempi?
Dario: “Einstein era un autistico che ci ha donato la relatività; la Specialisterne è un’azienda danese che utilizza personale autistico, grazie al quale ha gli standard di qualità dei software più alti al mondo. Per rendere l’idea basti pensare che vanta clienti del calibro della Microsoft”.
Luisa: “Il cervello autistico analizza dettagli. Ciò può diventare un’ossessione, ma anche portare a risultati eccelsi. Il potenziale dei bambini autistici è ampio, ma è oppresso da un’educazione sbagliata. La società deve essere più informata sulla neuro-diversità e, anziché chiedersi come cambiare gli autistici per adattarli alla società, dovrebbe chiedersi cosa può fare la società per non emarginare l’autistico”.
Autismo e comunicazione: quale rimedio?
La CAA (Comunicazione Aumentativi e Alternativa) è un approccio che offre un’opportunità di reale comunicazione per tutte le persone che hanno difficoltà ad utilizzare i più comuni canali comunicativi, soprattutto il linguaggio orale e la scrittura.
Si definisce aumentativa perché non sostituisce, ma incrementa le possibilità comunicative naturali della persona.
Si definisce alternativa perché utilizza modalità di comunicazione alternative, diverse da quelle tradizionali.
Le parole, infatti, possono essere sostituite da segni grafici (disegni o simboli) che vengono collocati su tabelle cartacee o informatiche, ordinate per categorie (persone, luoghi, oggetti), cosicché la persona indicandoli, secondo le proprie possibilità motorie, possa riuscire ad esprimersi. Tale forma di comunicazione viene utilizzata anche nel nostro centro per trattare persone con disturbi del linguaggio di vario genere.
Articolo liberamente tratto da “La Repubblica”, 29 marzo 2011
Di seguito vi proponiamo alcune le manifestazioni tipiche dell’autismo attraverso alcuni disegni
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