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FOBIA SCOLARE
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Uffa, ma perché DEVO studiare?

Mamma:Andreaaaaaa....smetti con la Play e inizia subito a studiare!”

Andrea:Uffa, mamma...gli ultimi 5 minuti e poi volevo fare una sciatina con la Wii”

Mamma: ”Toglitelo pure dalla testa, tira fuori i libri e i quaderni e inizia a lavorare! ”

Questo dialogo può andare avanti per delle ore, la situazione si esaspera e non si smuove.

Andrea farà la sua sciatina?

La mamma ha due modalità a questo punto, o si arrabbia stacca i fili, inizia ad urlare e

minaccia punizioni inaudite o sceglie la modalità- dialogo: lunghi discorsi su quanto lo

studio sia un'ottima opportunità nella vita, di quanto lo studio apra orizzonti infiniti

all'insegna del motto: PRIMA IL DOVERE E POI IL PIACERE...

Eccoci...in entrambe i casi Andrea perché dovrebbe scegliere una roba noiosa e rinunciare

al divertimento? Lo studio per la maggior parte dei nostri bambini, alunni, figli, ragazzi è

NOIA...e visto che le lotte quotidiane per fare i compiti e per studiare sono all'ordine del

giorno noi adulti educatori, maestri, insegnati, genitori abbiamo solo una via: far

concorrenza alla Wii e trasformare lo studio in una opportunità divertente...

Già...ma come???

vediamo:

Un gioco divertente da fare insieme ai ragazzi all'inizio dell'anno scolastico potrebbe essere

la gara del positivo e del negativo: una tabella dove elencare aspetti up e aspetti down

della scuola


UP

DOWN

Conosco cose interessanti che non sapevo

Mi sveglio presto, mannaggia!

Mi confronto con i compagni

Ho un sacco di compiti e posso giocare poco

Sono contento/a quando riesco a fare un esercizio di matematica o altro...

Ho paura di prendere un brutto voto...

Se vogliamo capire come nostro figlio o i nostri alunni affrontano l'impegno scolastico sarà

necessario mettersi in gioco in prima persona.

Questo vuol dire andare a ricercare la nostra idea di scuola, le emozioni che essa ci

provoca e il nostro ideale di studente modello. Per es. Pensiamo che chi va bene in

matematica è più intelligente rispetto a colui che va bene in italiano o forse preferiamo

avere un figlio che si impegna poco ma comunque ottiene buoni risultati? Riteniamo che lo

studente che fa I compiti appena tornato a casa abbia maggiori capacità organizzative di

colui che invece li rimanda a dopo un momento di gioco? Pensiamo che “i secchioni” non

abbiano le abilità per affrontare in maniera pratica la vita? Non esiste una verità, non sono

leggi immutabili, sono idee personali ma bisogna tener presente che le nostre idee

personali hanno un peso plasmante nei confronti dei nostri figli, alunni, studenti e sul loro

modo d'intendere (o non) la scuola.



 

La Palestra

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Gli studi

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Sala Riunioni

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